giovedì 14 novembre 2024

FRAMMENTI DI PAROLE - 2

 
LA TEORIA DEI COLORI
Johann Wolfgang von Goethe

Acquistato perché vi è una appendice
Goethe e la filosofia del colore
di Renato Troncon
poi, aprendo il libro, scopri che vi è una dedica scritta a matita:



Al mio colorato che è ancora in bianco e nero.
Spero che questo libro ti colorerà le giornate,
ti darà la visione colorata e una colorata riflessione.
P.S. Non scordarti mai però del bianco e nero.
Con amore.
Tua.



La dedica è impressionante per quanto è intensa.

Che tristezza pensare che ora questo libro-regalo era su uno scaffale di una libreria di libri usati...

Avrei dovuto cancellare la dedica perché è un messaggio privato di una Lei che Lui scorrettamente non ha cancellato? Rimango dissenziente. Vi erano 2 copie della stessa edizione e l'altra non aveva la dedica, ed io invece non ho avuto esitazioni ad acquistare questa.

Non cancellerò il messaggio...

Rames Gaiba
© Riproduzione riservata

martedì 12 novembre 2024

I JEANS ... dipinti

Il jeans come lo conosciamo, questo capo informale e sportswear, passato attraverso le classi umili e poi approdato sulle passerelle "griffate" dei più importanti stilisti della moda che lo hanno democratizzato, facendolo penetrare in banca, nelle riunioni di lavoro e persino alla prima del Teatro alla Scala di Milano¹, oltreché introducendo seconde linee giovani con un prodotto completamente diverso rispetto al  passato, come capo "icona", rappresentativo di un "tempo", del modo di vestirsi a partire dal XX secolo.


Qui presento dei quadri, dipinti non su tessuto denim, in cui la visione può essere vista, "letta", come una identità collettiva che fa sì che la dicotomia tra le categorie della realtà e della finzione perda significato.

Questa rassegna di opere non poteva che iniziare che da Norman Rockwell
perché è dagli Stati Uniti che è partito il capo in jeans e perché quella americana è una delle più giovani società occidentali, con una storia che doveva essere costruita, figurata.

L'attenzione della società americana per l'immagine di se stessa, questo narcisismo sociale perpetrato dai mezzi di comunicazione, dal cinema, perfino dall'arte figurativa, non deriva forse dall'esigenza di determinare i tipi e i caratteri di na storia la cui assenza provocherebbe crisi d'identità? E l'uso indiscriminato che questa società fa dell'immaginario producendo senza sosta sogni americani, non serve forse allora a ribadire e rinforzare l'esistenza di questa storia e con essa l'esistenza e la legittimità della vicenda di un'intera nazione?

Giovanni Cenacci²


Rosie the Riveter (Rosy la Rivettatrice)
Norman Rockwell (Stati Uniti, 1894-1978), pittore e illustratore
olio su tela, riprodotto per il The Saturday Evening Post
Copertina del Post del 1943


Il trombettiere
Norman Rockwell (Stati Uniti, 1894-1978), pittore e illustratore
olio su tela, riprodotto per il The Saturday Evening Post
Copertina del Post del 1950

__________
₁ Giancola Alessandro (a cura di) - La moda nel consumo giovanile (in: Immaginari e consumo di moda, Giancola A., pp. 51-52); Ed. FrancoAngeli, 2008
₂ Norman Rockwel (in:"Norman Rickwell illustratore e artista: l'immagine e l'immaginario di sessant'anni di storia americana", p. 9); Ed. Electa, 1990


Denim on Denim (1970 circa)
Brian Stonehouse (Inghilterra, 1918-1998)
tempera, acquarello, carboncino e inchiostro e pennarello su carta rosa, cm 58 x 42


Brian Stonehouse ha dipinto con i suoi schizzi di moda, per riviste tra cui Vogue, Haper's Bazar ed Elizabeth Arden.


Ragazza in maglione rosso e jeans (1974)
Raphael Soyer * (1899-1987)
olio su tela, cm 53.34 x 71.12


* Artista nato in Russia da famiglia ebraica che nel 1912 a causa dell'oppressione è stata costretta ad emigrare negli Stati Uniti.


Dov'è il cuore (1999)
Benjamin Esposito (Inghilterra, 1971 - 2005)
olio su tela, cm 102.4 x 87
 
 
Il sonno non conosce etichetta: quando ti aggredisce così, puoi solo assecondarlo... Accade all'improvviso e a terra rimane il libro aperto su una pagina con illustrazione. "The Heart", il cuore. È una sala di attesa. La sedia non usuale farebbe pensare ad uno studio medico, ma potrebbe essere una clinica, un ospedale. Questa ragazza così rannicchiata alla ricerca forse di una posizione accettabile, durante la lunga attesa.
 
 
In Piazza San Marco
In Piazza San Marco (2006)
Marco Ortolan (Argentina, 1973 - )
olio su tela, cm 40 x 80


La nottata (2007)
Steven J. Levin (Stati Uniti, 1964- )
olio su tela, cm 73.7 x 91.4



Fine del viaggio allo sbarco (2011)
Hope Gangloff (Stati Uniti, 1974 - )
acrilico su tela, cm 137.16 x 205.74


Gangloff porta un arruffato, pensieroso giovane uomo in forte rilievo appiattendo il piano del quadro partendo dalla sua forma scura (abbigliamento) contro il verde pallido di una sedia. Le sue sproporzionate grandi mani hanno lo scopo di portare alla nostra attenzione la birra e la sigaretta, aumentando il senso del suo malessere, che si vuole tramettere. Ma la pallida tonalità delle nude membra servono ad evidenziare un altro contesto, con i loro eleganti contorni, appartenenti ad un bel ragazzo, che si concede alla vita ed ai suoi piccoli piaceri.


Blues [Azzurri], 2014
Colin Fraser (Glasgow, Scozia, 1956 -)
tempera all'uovo su tavola di gesso, cm 120 x 100



Si sistema la cravatta (2014)
David Tanner (Stati Uniti)
olio su tela, cm 60.96 x 45.72
 

Il telaio perso [A torso nudo], 2018
Konstantin Kacev (Uzbekistan, 1967- )
olio su tela, cm 110 x 80



Randagi (2019)
Carlo Piterà (1955 - ), pittore nato in Calabria ma che risiede a Genova dal 1956.
olio su tavola, cm 93 x 125



Dancing Jeans (2019)
Yeo Tze Yang (Singapore, Malesia, 1994 - )
olio su tela, cm 60 x 120


Rames Gaiba
© Riproduzione riservata
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venerdì 1 novembre 2024

FRAMMENTI DI PAROLE - 1

Mi ammanto di lana per uscire.

foto: Immagine tratta dal web. Autore sconosciuto.


AMMANTO
Derivato di ammantare. 1. La veste che s’indossa come insegna d’una dignità sacra (la veste propria della carica e dell'autorità papali). 2. Per estensione, vestimento in genere.


Rames Gaiba
© Riproduzione riservata

lunedì 9 settembre 2024

SAN SEBASTIANO l'iconografia di una umanità sofferente

SEBASTIANO - Il nome deriva dal greco, significa “venerabile”.


Il nome deriva dal greco, significa “venerabile”. Ha vissuto tra il secolo III-IV in Francia e Italia. Tribuno delle guardie pretorie, convertito, subì il martirio. La diffusione del culto è nota fin dall'alto Medioevo. La Festività è il 20 gennaio in Occidente, 18 dicembre in Oriente.
Tra il secolo VII e VIII era diffusa l'immagine dell'uomo con la croce, la palma o la corona di gloria, mentre nel Medioevo è un cavaliere con arco e frecce. La raffigurazione più diffusa è quella rinascimentale, del giovane legato trafitto da frecce. Talvolta è vestito da soldato.

Sebastiano era un soldato originario della Gallia, probabilmente di Narbona, forse trasferitosi a Milano e arruolato nell'esercito di Diocleziano. Convertito al cristianesimo, approfittò della sua posizione per aiutare altri cristiani che erano rinchiusi nelle carceri, e per questo venne condannato a morte dall'imperatore. Venne legato alla colonna e sottoposto al lancio delle frecce che lo lasciò come morto.. Il suo corpo, abbandonato, venne soccorso dalla vedova Irene che lo curò e Sebastiano, guarito, si presentò nuovamente a palazzo imperiale, al cospetto di Diocleziano. L'imperatore ordinò, allora, che venisse percosso a bastonate fino a farlo morire, e che il suo corpo fosse gettato nella Cloca Massima. Da qui venne recuperato da un cristiano, avvisato in sogno dal santo, e seppellito nelle catacombe.

Patronato: Atleti, Arcieri, Vigili urbani, Tappezzieri
 
Emblema: Freccia, Palma.


Il san Sebastiano di Antonello da Messina
Antonello da Messina (Messina, 1430* - 1479)

* Per varie induzioni si suol fissare circa al 1430 l'anno della nascita.


San Sebastiano (1476 circa)
Antonello da Messina (circa 1430-1479)
olio su tavola trasportato su tela, 171 x 85.5 cm
Dresda, Germania - Staatliche Kunstammlungen, Gemäldegalerie


Il santo campeggia seminudo legato ad un albero al centro di una via su cui si affacciano alcuni edifici che, scorciati in prospettiva, incorniciano la sua figura e ne esaltano la monumentalità, grazie anche al punto di vista ribassato. Al centro si trova un passaggio sospeso su una doppia arcata, oltre la quale campeggia un sereno cielo azzurrino.

Sebastiano, che come avveniva dal XV secolo offriva la possibilità di ritrarre un dettagliato saggio di anatomia umana, è ritratto in piedi, leggermente curvo verso destra, con indosso un perizoma e con cinque frecce conficcate in cinque parti del suo corpo: una poco più sopra al suo ginocchio destro, una nella sua coscia sinistra, una nel suo ventre, una nel suo addome ed una conficcata in pieno petto. La sua espressione è priva di dolore ma manifesta una pacata mestizia nella sopportazione del martirio.




Lo sfondo è animato da una serie di figurette che creano anche alcune scenette "di genere": due donne affacciate dalla balaustra su un tappeto, un soldato ubriaco di scorcio, una donna col figlio in braccio, una coppia di armati e una di esotici mercanti in conversazione.


 
 





Gli effetti di illuminazione radente e di controluce sul sito urbano, il chiarore riflesso sulle volte dell'arcone dalla parete di sinistra, la diversa riflettenza alla luce della pietra, dell'intonaco o del marmo, con l'audace oltranza degli scorci, l'ombra bellissima della pergola vegetale sul muro, i tappeti esposti, dovettero apparire ai contemporanei come una capacità miracolosa di Antonello di restituire i fenomeni osservabili in natura, avvicinandosi così, più di qualunque altro, a un ideale di assoluta perfezione.


Il San Sebastiano di Pietro Perugino
(Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523)

San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro (1478)
Pietro Perugino (Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523)
affresco frammentario
Cerqueto, Perugia - Chiesa di Santa Maria Assunta
 
 
L'opera, per quanto in una realtà provinciale, testimonia la sua crescente notorietà, con commissioni di notevole complessità decorativa. Ne restano un frammento di San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro, il primo esempio conosciuto del santo trafitto dalle frecce che divenne uno dei temi più apprezzati della sua produzione.

Su di un basamento all'antica in finto marmo, si erge la colonna a cui è legato san Sebastiano, il militare romano condannato per via della sua fede cristiana al martirio tramite crivellatura di frecce. Il soggetto, dalla metà del Quattrocento in poi, permetteva agli artisti di cimentarsi nella rappresentazione anatomica di un nudo secondo i canoni dell'arte classica, che ebbe un notevole successo. Il giovane martirizzato non esprime alcun dolore, ma un vaga maliconia nello sguardo trasognato, con un'elegante postura accuratamente bilanciata tra gli scarti a destra (della testa) e a sinistra (del gomito piegato, della gamba protesa in avanti).
Accanto a lui si vedono alcuni frammenti di altri santi, riconoscibili però per la presenza degli attributi tipici: san Rocco, che mostra la ferita nella gamba, e san Pietro, col tipico manto giallo e un pezzo delle chiavi del paradiso. lo sfondo mostra una cornice marmorea oltre una specchiatura in finto marmo verde.
I santi sono rappresentati con una forte valenza plastica, sottolineata dai piedi che sporgono, gettando ombra, dal cornicione della base. Il san Pietro ha un panneggio modellato con vigore dalla luce tagliente, che dà l'effetto "bagnato" appreso alla bottega del Verrocchio, ma sicuramente più originale è la figura di Sebastiano, che guarda in alto, con quella posa languida e sospesa che divenne, proprio a partire da quegli anni, una delle caratteristiche più tipiche dell'arte di Perugino. I giochi lineari appresi a Firenze, ben visibili nel panneggio svolazzante del perizoma di Sebastiano, sono inoltre fusi con una luce tersa derivata da Piero della Francesca.


🟧 Il Martirio di San Sebastiano (1470-1480)
🟨 Autore ignoto, area del Medio Reno del XV sec.
🟪 olio su tavola, 58 x 40 cm


🟧 San Sebastiano (1490 circa)
🟨 Pietro Perugino (Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523)
🟪 olio su tavola, 88 x 174 cm
🟦 Stoccolma, Svezia - Nationalmuseum


Il martirio di san Sebastiano, militare romano condannato per via della sua fede cristiana alla crivellatura di frecce, avviene all'aperto, in un delicato paesaggio dove sono descritte con minuzia varie specie vegetali, tra cui un giglio bianco in primo piano, simbolo di purezza. Il santo, che assomiglia molto a quello di Cerqueto, è ritratto nella variante delle braccia alzate, legate al tronco di un albero, con le gambe incrociate che creano un suggestivo effetto di profondità spaziale. Il giovane è efebico, a differenza delle altre versioni del soggetto come quella al Louvre, caratterizzata dalla classica fisicità di una statua, ed è caratterizzato da quel tono di malinconia languida sottolineato dallo sguardo rivolto teatralmente al cielo, con un'espressione di sopportazione che esula qualsiasi senso del dolore del martirio, che d'altronde è appena accennato dalla freccia seminascosta che Sebastiano ha nel fianco sinistro.

🟧 San Sebastiano (1495 circa)
🟨 Pietro Perugino (Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523)
🟪 olio su tavola, 176 x 116 cm
🟦 Parigi, Francia - Musée du Louvre


Il martirio di san Sebastiano, militare romano condannato per via della sua fede cristiana alla crivellatura di frecce, avviene al di sotto di una loggia classica, con pilastri decorati da grottesche (precocemente viste dall'artista a Roma) e con richiami alla rovina dell'edificio (una volta e un pilastro rotti a sinistra), che ricordano la fine del mondo pagano in cui la scena è idealmente ambientata; oltre la transenna marmorea dello sfondo, dove converge il pavimento a riquadri scorciato in prospettiva, si apre un dolcissimo paesaggio di colline punteggiate da sottili alberelli, che sfuma delicatamente in lontananza per effetto della foschia.

Il santo campeggia in primo piano al centro del dipinto, creando una composizione fortemente simmetrica. È legato a una colonna di porfido rosso e il suo corpo nudo ha un modellato di una bellezza ideale ispirata sicuramente alla statuaria antica, come il Doriforo di Policleto. A parte il sottile e semitrasparente perizoma, il santo è nudo, con lo sguardo rivolto languidamente al cielo secondo uno schema ormai ben consolidato nell'arte del pittore, conosciuto per la prima volta nell'affresco di San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro di Cerqueto, presso Perugia.

In basso la tavola presenta l'iscrizione "SAGITTAE. TUAE.INFIXAE. SUNT. MICHI", dal Salmo 37.

L'illuminazione è chiara e dolcemente soffusa, sia nel paesaggio, che schiarisce verso l'orizzonte secondo l'esempio fiammingo filtrato dai fiorentini, sia nel modellato del corpo, reso con un'attenzione anatomica di grande realismo.

🟧 San Sebastiano (1515)
🟨 Albrecht Dürer (Norimberga, Germania, 1471-1528)
🟪 incisione, 127 x 70 cm
🟦 Parigi, Francia - Musée du Petit Palais (fondo Dutuit)


🟧 Il Martirio di San Sebastiano (1536-1538)
🟨 Gregório Lopes (Portogallo 1490 - 1550)
🟪 olio su tavola, 119 X 244 cm
🟦Lisbona, Portogallo - Museu Nacional de Arte Antiga


Nel caso di questa particolare opera, va segnalata la duplicazione dei punti di fuga, dispositivo che nasce dalla tipica riflessione rinascimentale sui metodi da utilizzare per la costruzione della prospettiva.

È un'opera che illustra il passaggio da una certa egemonia della cultura figurativa fiamminga all'improvvisa apertura degli artisti, negli anni Trenta del Cinquecento, ai modelli della pittura rinascimentale italiana.


🟧 San Sebastiano (1615-20)
🟨 Guido Reni (1575-1642)
🟪 olio su tela, 170.5 x 133 cm
🟦 Madrid, Spagna - Museo Nacional del Prado


e qui la versione "moderna"

🟧 San Sebastiano (2010)
🟨 Philip Gladstone (Filadelfia, Stati Uniti, 1963- )
🟪 olio su tela
🟦 New York, Stati Uniti - El Museo del Barro

... tanto per giocarci un po' con San Sebastiano, senza voler apparire irriverenti.


San Sebastiano - Ortigia, Siracusa (nicchia del XIX secolo)


Edicola votiva, in via Dione. È  uno dei tanti omaggi a San Sebastiano in Ortigia. 
La Statua in stucco e cartapesta rappresenta il santo con un panno dorato ai fianchi e legato a un tronco.

🟧 San Sebastiano (1910)
🟨 Odilon Redon (Francia, 1840-1916)
🟪 pastello su carta, 70.8 x 55.3 cm
🟦 Bordeaux, Francia - Musée des Beaux-Arts


In un paesaggio, San Sebastiano ha le mani legate ai rami di un albero, ed è trafitto da due frecce. Il sangue delle ferite cade a terra e spuntano fiori. La figura del martire è associato con l'albero nudo.
Questo tema è stato trattato più volte dall'artista, ma senza dubbio questo pastello è una delle opere più significative degli ultimi anni della sua vita.



 San Sebastiano (1910)
Albert Weisgerber (1878-1915), pittore tedesco.
olio su tela, 122.8 x 104.5 cm
St. Ingbert [Sankt Ingbert], Germania - Museo St. Ingbert


L'artista ha iniziato i suoi studi artistici all'età di diciannove anni presso l'Accademia d'arte di Monaco sotto Franz von Stuck. Era amico di Wassily Kandinsky e altri e fondò il suo gruppo di artisti nel 1898. Nel 1913 fu il presidente fondatore del collettivo di artisti, Munchner Neue Secession.
Ha servito nella prima guerra mondiale in cui è salito al grado di maggiore prima della sua morte nella battaglia di Fromelles (Francia) il 10 maggio 1915.


🟧 San Sebastiano (1934 circa)
🟨 Anto Carte (Belgio, 1886-1954)
🟪 olio su tavola, 96 x 68 cm



🟧 L'ex-voto a San Sebastian (1935)
🟨 Alfred Courmes (Francia, 1898-1993)


🟧 San Sebastiano (1943)
🟨 Giovanni Colacicchi (Anagni, 1900 - Firenze, 1992)
🟪 olio su tela, 120 x 70 cm


🟧 San Sebastiano (1947)
🟨 Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 - Milano, 1956)
🟪 olio su tela

🟧 San Sebastiano (1970)
🟨 Yannis Tsarouchis (Grecia, 1910-1989)


🟧 San Sebastiano con maglione verde (1994)
🟨 Maurizio De Lotto (Domegge di Cadore, Belluno, 1950- )
🟪 tecnica mista su pannello ligneo, 92 x 73 cm



🟧 San Sebastiano (2005-2009)
🟨 Roberto Ferri (Taranto, 1978- )
🟪 olio su tela, 100 x 70 cm


🟧 San Sebastiano (2013)
🟨 Roberto Ferri (Taranto, 1978- )
🟪 olio su tela, 100 x 70 cm


🟧 San Sebastiano (2014-15)
🟨 Giorgio Dante (Milano, 1982- )
🟪 olio su tela, 50 x 70 cm


Un modernissimo San Sebastiano, come stile pittorico.


San Sebastiano (2015)
Yisrael Dror Hemed (Israele, 1975- )
olio e colla glitter olografico su tela, 70 x 50 cm


a cura di Rames Gaiba
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