SEBASTIANO - Il nome deriva dal greco, significa “venerabile”.
Il nome deriva dal greco, significa “venerabile”. Ha vissuto tra il
secolo III-IV in Francia e Italia. Tribuno delle guardie pretorie,
convertito, subì il martirio. La diffusione del culto è nota fin
dall'alto Medioevo. La Festività è il 20 gennaio in Occidente, 18
dicembre in Oriente.
Tra
il secolo VII e VIII era diffusa l'immagine dell'uomo con la croce, la
palma o la corona di gloria, mentre nel Medioevo è un cavaliere con arco
e frecce. La raffigurazione più diffusa è quella rinascimentale, del
giovane legato trafitto da frecce. Talvolta è vestito da soldato.
Sebastiano
era un soldato originario della Gallia, probabilmente di Narbona, forse
trasferitosi a Milano e arruolato nell'esercito di Diocleziano.
Convertito al cristianesimo, approfittò della sua posizione per aiutare
altri cristiani che erano rinchiusi nelle carceri, e per questo venne
condannato a morte dall'imperatore. Venne legato alla colonna e
sottoposto al lancio delle frecce che lo lasciò come morto.. Il suo
corpo, abbandonato, venne soccorso dalla vedova Irene che lo curò e
Sebastiano, guarito, si presentò nuovamente a palazzo imperiale, al
cospetto di Diocleziano. L'imperatore ordinò, allora, che venisse
percosso a bastonate fino a farlo morire, e che il suo corpo fosse
gettato nella Cloca Massima. Da qui venne recuperato da un cristiano,
avvisato in sogno dal santo, e seppellito nelle catacombe.
Patronato: Atleti, Arcieri, Vigili urbani, Tappezzieri
Emblema: Freccia, Palma.
Il san Sebastiano di Antonello da Messina
Antonello da Messina (Messina, 1430* - 1479)
* Per varie induzioni si suol fissare circa al 1430 l'anno della nascita.
San Sebastiano (1476 circa)
Antonello da Messina (circa 1430-1479)
olio su tavola trasportato su tela, 171 x 85.5 cm
Dresda, Germania - Staatliche Kunstammlungen, Gemäldegalerie
Il
santo campeggia seminudo legato ad un albero al centro di una via su
cui si affacciano alcuni edifici che, scorciati in prospettiva,
incorniciano la sua figura e ne esaltano la monumentalità, grazie anche
al punto di vista ribassato. Al centro si trova un passaggio sospeso su
una doppia arcata, oltre la quale campeggia un sereno cielo azzurrino.
Sebastiano,
che come avveniva dal XV secolo offriva la possibilità di ritrarre un
dettagliato saggio di anatomia umana, è ritratto in piedi, leggermente
curvo verso destra, con indosso un perizoma e con cinque frecce
conficcate in cinque parti del suo corpo: una poco più sopra al suo
ginocchio destro, una nella sua coscia sinistra, una nel suo ventre, una
nel suo addome ed una conficcata in pieno petto. La sua espressione è
priva di dolore ma manifesta una pacata mestizia nella sopportazione del
martirio.
Lo
sfondo è animato da una serie di figurette che creano anche alcune
scenette "di genere": due donne affacciate dalla balaustra su un
tappeto, un soldato ubriaco di scorcio, una donna col figlio in braccio,
una coppia di armati e una di esotici mercanti in conversazione.
Gli
effetti di illuminazione radente e di controluce sul sito urbano, il
chiarore riflesso sulle volte dell'arcone dalla parete di sinistra, la
diversa riflettenza alla luce della pietra, dell'intonaco o del marmo,
con l'audace oltranza degli scorci, l'ombra bellissima della pergola
vegetale sul muro, i tappeti esposti, dovettero apparire ai
contemporanei come una capacità miracolosa di Antonello di restituire i
fenomeni osservabili in natura, avvicinandosi così, più di qualunque
altro, a un ideale di assoluta perfezione.
Il San Sebastiano di Pietro Perugino
(Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523)
San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro (1478)
Pietro Perugino (Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523)
affresco frammentario
Cerqueto, Perugia - Chiesa di Santa Maria Assunta
L'opera,
per quanto in una realtà provinciale, testimonia la sua crescente
notorietà, con commissioni di notevole complessità decorativa. Ne
restano un frammento di San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro, il
primo esempio conosciuto del santo trafitto dalle frecce che divenne uno
dei temi più apprezzati della sua produzione.
Su di un basamento
all'antica in finto marmo, si erge la colonna a cui è legato san
Sebastiano, il militare romano condannato per via della sua fede
cristiana al martirio tramite crivellatura di frecce. Il soggetto, dalla
metà del Quattrocento in poi, permetteva agli artisti di cimentarsi
nella rappresentazione anatomica di un nudo secondo i canoni dell'arte
classica, che ebbe un notevole successo. Il giovane martirizzato non
esprime alcun dolore, ma un vaga maliconia nello sguardo trasognato, con
un'elegante postura accuratamente bilanciata tra gli scarti a destra
(della testa) e a sinistra (del gomito piegato, della gamba protesa in
avanti).
Accanto a lui si vedono alcuni frammenti di altri santi,
riconoscibili però per la presenza degli attributi tipici: san Rocco,
che mostra la ferita nella gamba, e san Pietro, col tipico manto giallo e
un pezzo delle chiavi del paradiso. lo sfondo mostra una cornice
marmorea oltre una specchiatura in finto marmo verde.
I santi sono
rappresentati con una forte valenza plastica, sottolineata dai piedi che
sporgono, gettando ombra, dal cornicione della base. Il san Pietro ha
un panneggio modellato con vigore dalla luce tagliente, che dà l'effetto
"bagnato" appreso alla bottega del Verrocchio, ma sicuramente più
originale è la figura di Sebastiano, che guarda in alto, con quella posa
languida e sospesa che divenne, proprio a partire da quegli anni, una
delle caratteristiche più tipiche dell'arte di Perugino. I giochi
lineari appresi a Firenze, ben visibili nel panneggio svolazzante del
perizoma di Sebastiano, sono inoltre fusi con una luce tersa derivata da
Piero della Francesca.
Il Martirio di San Sebastiano (1470-1480) Autore ignoto, area del Medio Reno del XV sec. olio su tavola, 58 x 40 cm
San Sebastiano (1490 circa) Pietro Perugino (Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523) olio su tavola, 88 x 174 cm Stoccolma, Svezia - Nationalmuseum Il
martirio di san Sebastiano, militare romano condannato per via della
sua fede cristiana alla crivellatura di frecce, avviene all'aperto, in
un delicato paesaggio dove sono descritte con minuzia varie specie
vegetali, tra cui un giglio bianco in primo piano, simbolo di purezza.
Il santo, che assomiglia molto a quello di Cerqueto, è ritratto nella
variante delle braccia alzate, legate al tronco di un albero, con le
gambe incrociate che creano un suggestivo effetto di profondità
spaziale. Il giovane è efebico, a differenza delle altre versioni del
soggetto come quella al Louvre, caratterizzata dalla classica fisicità
di una statua, ed è caratterizzato da quel tono di malinconia languida
sottolineato dallo sguardo rivolto teatralmente al cielo, con
un'espressione di sopportazione che esula qualsiasi senso del dolore del
martirio, che d'altronde è appena accennato dalla freccia seminascosta
che Sebastiano ha nel fianco sinistro.
San Sebastiano (1495 circa) Pietro Perugino (Città della Pieve, Perugia, 1446 - Fontignano, Perugia, 1523) olio su tavola, 176 x 116 cm Parigi, Francia - Musée du Louvre
Il
martirio di san Sebastiano, militare romano condannato per via della
sua fede cristiana alla crivellatura di frecce, avviene al di sotto di
una loggia classica, con pilastri decorati da grottesche (precocemente
viste dall'artista a Roma) e con richiami alla rovina dell'edificio (una
volta e un pilastro rotti a sinistra), che ricordano la fine del mondo
pagano in cui la scena è idealmente ambientata; oltre la transenna
marmorea dello sfondo, dove converge il pavimento a riquadri scorciato
in prospettiva, si apre un dolcissimo paesaggio di colline punteggiate
da sottili alberelli, che sfuma delicatamente in lontananza per effetto
della foschia.
Il santo campeggia
in primo piano al centro del dipinto, creando una composizione
fortemente simmetrica. È legato a una colonna di porfido rosso e il suo
corpo nudo ha un modellato di una bellezza ideale ispirata sicuramente
alla statuaria antica, come il Doriforo di Policleto. A parte il sottile
e semitrasparente perizoma, il santo è nudo, con lo sguardo rivolto
languidamente al cielo secondo uno schema ormai ben consolidato
nell'arte del pittore, conosciuto per la prima volta nell'affresco di
San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro di Cerqueto, presso Perugia.
In basso la tavola presenta l'iscrizione "SAGITTAE. TUAE.INFIXAE. SUNT. MICHI", dal Salmo 37.
L'illuminazione
è chiara e dolcemente soffusa, sia nel paesaggio, che schiarisce verso
l'orizzonte secondo l'esempio fiammingo filtrato dai fiorentini, sia nel
modellato del corpo, reso con un'attenzione anatomica di grande
realismo.
San Sebastiano (1515) Albrecht Dürer (Norimberga, Germania, 1471-1528) incisione, 127 x 70 cm Parigi, Francia - Musée du Petit Palais (fondo Dutuit)
🟧 Il Martirio di San Sebastiano (1536-1538)
🟨 Gregório Lopes (Portogallo 1490 - 1550)
🟪 olio su tavola, 119 X 244 cm
🟦Lisbona, Portogallo - Museu Nacional de Arte Antiga
Nel caso di questa particolare opera, va segnalata la duplicazione dei punti di fuga, dispositivo che nasce dalla tipica riflessione rinascimentale sui metodi da utilizzare per la costruzione della prospettiva.
È un'opera che illustra il passaggio da una certa egemonia della cultura figurativa fiamminga all'improvvisa apertura degli artisti, negli anni Trenta del Cinquecento, ai modelli della pittura rinascimentale italiana.
San Sebastiano - Ortigia, Siracusa (nicchia del XIX secolo)
Edicola votiva, in via Dione. È uno dei tanti omaggi a San Sebastiano in Ortigia.
La Statua in stucco e cartapesta rappresenta
il santo con un panno dorato ai fianchi e legato a un tronco.
San Sebastiano (1910) Odilon Redon (Francia, 1840-1916) pastello su carta, 70.8 x 55.3 cm Bordeaux, Francia - Musée des Beaux-Arts
In
un paesaggio, San Sebastiano ha le mani legate ai rami di un albero, ed
è trafitto da due frecce. Il sangue delle ferite cade a terra e
spuntano fiori. La figura del martire è associato con l'albero nudo.
Questo
tema è stato trattato più volte dall'artista, ma senza dubbio questo
pastello è una delle opere più significative degli ultimi anni della
sua vita.
San Sebastiano (1910)
Albert Weisgerber (1878-1915), pittore tedesco.
olio su tela, 122.8 x 104.5 cm
St. Ingbert [Sankt Ingbert], Germania - Museo St. Ingbert
L'artista
ha iniziato i suoi studi artistici all'età di diciannove anni presso
l'Accademia d'arte di Monaco sotto Franz von Stuck. Era amico di Wassily
Kandinsky e altri e fondò il suo gruppo di artisti nel 1898. Nel 1913
fu il presidente fondatore del collettivo di artisti, Munchner Neue
Secession.
Ha servito nella prima guerra mondiale in cui è salito al
grado di maggiore prima della sua morte nella battaglia di Fromelles
(Francia) il 10 maggio 1915.
San Sebastiano (1934 circa)
Anto Carte (Belgio, 1886-1954)
olio su tavola, 96 x 68 cm
L'ex-voto a San Sebastian (1935) Alfred Courmes (Francia, 1898-1993)
🟧 San Sebastiano (1943)
🟨 Giovanni Colacicchi (Anagni, 1900 - Firenze, 1992)
🟪 olio su tela, 120 x 70 cm
🟧 San Sebastiano (1947)
🟨 Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 - Milano, 1956)
🟪 olio su tela
🟧 San Sebastiano (1970)
🟨 Yannis Tsarouchis (Grecia, 1910-1989)
🟧 San Sebastiano con maglione verde (1994)
🟨 Maurizio De Lotto (Domegge di Cadore, Belluno, 1950- )
🟪 tecnica mista su pannello ligneo, 92 x 73 cm
San Sebastiano (2005-2009)
Roberto Ferri (Taranto, 1978- ) olio su tela, 100 x 70 cm
🟧 San Sebastiano (2013)
🟨 Roberto Ferri (Taranto, 1978- )
🟪 olio su tela, 100 x 70 cm
Un modernissimo San Sebastiano, come stile pittorico.
San Sebastiano (2015)
Yisrael Dror Hemed (Israele, 1975- )
olio e colla glitter olografico su tela, 70 x 50 cm
a cura di Rames Gaiba
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