domenica 7 marzo 2021

Via del Pratello a Bologna è un film 6x7




Via del Pratello è una storica via popolare del centro storico di Bologna, vivace e turbolenta per la presenza di piccoli negozi dalle saracinesche molto colorate e locali notturni; nelle osterie, una a fianco dell'altra, si beve vino (generalmente in caraffa) e birra, serviti sui tavoloni di legno sulla strada, oltre che (fra i vari locali) cibi di tutte le regioni.



 
Via del Pratello (2018) - Giovanna Regazzi (Bologna, 1958 - )
acrilico su carta
 


RASENTE I MURI
IN FONDO POTREBBE ESSERE ANCHE QUESTA UNA LETTURA


Non mancano centri di aggregazione, con vari circoli culturali di sinistra.

In questa via ebbe sede "Radio Alice", nata il 9 febbraio 1976 a mezzanotte, suonando la canzone “Star Spangeld Banner at Woodstock”di Jimi Hendrix, inno alla libertà, in una soffitta di due locali di via del Pratello 41, storica emittente radiofonica del Movimento bolognese, che ben presto diventò una delle più note radio libere italiane, che fu un modello essenziale per innovativi linguaggi. Un nuovo tipo di comunicazione, con diretta telefonica e tanta ironia, ma nessun palinsesto.
Radio Alice viene chiusa nel Marzo 1977 alle 23:25 con l'irruzione della Polizia. Di tesi universitarie su Radio Alice ne sono state scritte decine e decine in tutti questi anni. Non solo da studenti di scienze delle comunicazioni e di storia, ma anche di lettere, di musica, di storia dell'arte.

Nel 1977
Umberto Eco tenne alcune gremite lectio magistralis alla Sorbona (università di Parigi) sul linguaggio di Radio Alice: i fatti erano appena accaduti, anzi erano ancora in corso, ed avevano travalicato le Alpi. Scrive Valerio Minnella, uno degli ideatori della Cooperativa Studi e Ricerche sul Linguaggio Radiofonico, proprietaria della radio: vi dirò che sentirgli tradurre il mio «Ecco qui Beethoven, se vi va bene, bene. Se no, seghe.» in «Voici Beethoven, si vous l’aimez, bien. Si non, masturbez vous», dava alle mie parole tutta un’altra eleganza.
 
A partire dagli anni sessanta, la zona del Pratello è stata sede di movimenti politici e culla di iniziative culturali che hanno lasciato segni visibili anche oggi.
 
 
 

Negli anni ottanta nasce il Circolo di Cultura Cesare Pavese e nel 1991 due edifici inagibili, siti ai civici 76 e 78 di via del Pratello, vennero occupati per essere adibiti ad abitazioni e spazi sociali. Qui presero vita importanti realtà musicali e iniziative culturali, come Prate TV, una delle prime televisioni di strada italiane. Gli stabili vennero sgomberati nell'Agosto del 1996.


MURI PULITI, POPOLI MUTI


Carcere minorile - via del Pratello, 34
Alla luce delle prove, scavalca i muri...

 
È una via molto frequentata dai giovani. Anticamente era una strada di miseria e di fame ma anche di grande dignità, dove i ladri e le prostitute si mescolavano alla povera gente onesta e convivevano in una alternanza di intese e rifiuti, che avevano comunque come collante la solidarietà degli "esclusi". La vita della "comunità del Pratello” e la vita della sua strada sono sempre andate avanti di pari passo, invecchiando e cambiando insieme attraverso i piccoli fatti quotidiani e i grandi avvenimenti che hanno segnato la storia di Bologna dall'avvento del fascismo fino ai giorni nostri.
 
 
  



e l'inconfondibile "rosso Bologna"
... il più fisico, quello che richiama di più al corpo ed al sangue umani....

(Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1955)



STREET ART IN PENNELLO BOLOGNESE
UNA STORIA CHIAMATA PRATELLO

Il  Pratello è una zona del centro storico di Bologna, situata al confine nord del quartiere Saragozza, che prende il nome e si dirama intorno a via del Pratello, un'antica strada porticata di circa 600 metri. La zona comprende le strade e le piazze limitrofe come piazza San Francesco, via De' Marchi, via del Borghetto, via Paradiso, via Pietralata, via della Grada, via San Rocco, via San Valentino, via Santa Croce e via Calari.

Strada di schiavi e di puttane. Di protettori e ladri di polli. Di mangiatori di topi. Anche di gatti, ovviamente. Origini oscure. Subarbia. Subarbia anche dopo, una volta inglobata alla città. Addossata alle mura. Terorizzata dai mutamenti. Quasi campagna e quasi città. Rifugio di giocatori d'azzardo, esperti in truffa alla francese, preti, uomini arrapati, alcolizzati, cacciatori di topi, spie, travestiti. Fame perenne. Regno del precariato. Indolenza. Nel corso dei secoli.

(Emidio Clementi, La notte del Pratello, 2001)




[...] lui e il vecchio Alex erano diventati amici una sera di gennaio, in un'osteria di via del Pratello”.

(Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, 1994)



via Pietralata¹, 45 - Bologna
(siamo sempre nel "rione" del Pratello ... 
e nella nota scoprirete il perché ho inserito questa via)


Il nome Pratello deriva da Peradello che significa luogo alberato da peri, perché fino alla metà del 1800, come nelle vicine vie Nosadella e Frassinago crescevano rispettivamente alberi di noci e frassini. La dicitura definitiva di via del Pratello è stata registrata nel 1860.

Nel dopoguerra esistevano in via del Pratello il venditore di ghiaccio (in dialetto bolognese al giazarol), il venditore di carbone e legna da stufa e un tosacani.

Tra il civico 77 e 79 del Pratello, tramite una vetrina si accedeva ad una piccola bottega di ferrovecchio nel retro della quale si apriva un gigantesco cortile pieno di rottami e scheletri di macchine.

Ancora resiste, e quanto è appropriato questo verbo: terza persona singolare dell'indicativo presente di resistere, il piccolo negozio della Pasta fresca Naldi al civico 69/c, quel mazzolin di fiori dal Pratello, che da oltre 30 anni moltiplica amorevole cortesia petroniana e pasta fresca. 

 

Il mazzolin di fiori dal Pratello
© Alice Pasquini² (2018)


__________
₁ L'attuale via Pietralata  è l'unione di due antiche vie originariamente separate: Pietralata (da via San Felice a via del Pratello) e via Nuova di Sant'Isaia (da via del Pratello a via Sant'Isaia). Questo doppia opera si trova nel tratto da via del Pratello a via San Felice. L'odonimo Pietralata è antichissimo documentato fin dal XI secolo, 1088 (Petra Lata). Non si sa cosa fosse questa “pietra larga” (petra lata) che diede il nome alla zona. In questa via, al numero 55, fu (dal gruppo fondatore di un cineclub del Pratello «l'Angelo azzurro») data vita il 17 gennaio 1984 al cinema Lumière. In oltre vent'anni di attività ininterrotta la sala si è distinta per una programmazione d'essai di alto livello e come sede di attività culturali e scientifiche della Cineteca comunale. Assieme alla biblioteca intitolata a Renzo Renzi si è trasferita nel 2003 nei nuovi locali di via Azzo Gardino 65 (ora Piazzetta P. P. Pasolini, 2/b) e ancora oggi presso una fondazione cinematografica si possono vedere film europei d'essai in prima visione e storici.
Alice Pasquini (Roma, 1980 - ), in arte Alice, è una delle poche donne attive nel panorama della street art. 


IL PRATELLO CHE PRENDE


Come ha scritto su un muro un autore anonimo:

“... forse manca il prete ma
di certo c'è il Dio degli scombinati

al Pratello che fu repubblica delle marchette ...”

I versi sono di Roberto Mastai, pittore, illustratore, libraio, artista del Pratello.



Via del Pratello

C'è la Tabacca fumosa / il giornalaio giornalista / i Santi peccatori / gli inquilini tignosi / gli adolescenti dispettosi / il commercio orientale / la ragazza impropria / lo scrittore asmatico / il pittore grammatico / la regina in visita / gli uomini frantumati / le donne rotte / e quelle indistruttibili / forse / manca il prete / ma / di certo c'è il Dio / degli scombinati / al Pratello / che fu repubblica / delle marchette / più in là / dopo il semaforo / Malpighi / c'è il resto / che non è più paese / ma rumore

Roberto Mastai (l'è mort  nel 2023) è stato un pittore, illustratore, libraio, artista del Pratello. Non c’è osteria che non abbia almeno un paio di sue opere appese. Disegni realizzati su qualsiasi supporto: tovagliette, vecchi mobili trovati nella spazzatura, cartoni, buste di carta, porta-uova. Tutte opere che amava accompagnare con piccole frasi, riflessioni ironiche, acute e amare al tempo stesso sulla vita, la gente, le donne. Su ogni cosa gli venisse in mente.


poivorrei
Specialmente oggi,
essere al Pratello
ubriaco con te
in mezzo alla ressa
e dirti
Ti amo Bologna

Aprile - 25



Assemble (2020)
foto: © Riccardo Badolato



Mutenye

Quando ormai
la sala del Mutenye
era del tutto sgombra
e, solo all'ingresso, c'era
chi consumava ancora birra
- l'utima, avevo deciso,
tenendo d'occhio
orario e stanchezza -
lei entrò e chiese
un bicchiere di rosso.
L'ottenne, per via di quella
disperazione lunga, che non
le riusciva di fermare ...

Sante Notarnicola¹


Per un po' di tempo a casa mia suonava il telefono e, dall'altra parte, c'era la voce di un uomo, dalla cadenza torinese, che chiedeva di mio padre. Quando lui non era in casa al rientro dicevo sempre: «Pa' oggi ha chiamato il torinese, ti cercava». «Il torinese» cercava mio padre perché voleva aprire un'attività insieme a lui. Qualche tempo dopo mio padre passava le giornate in un locale, alle spalle della mia scuola, per ristrutturalo e arredarlo. Capitava che passassi per salutare o per fermarmi o per pranzare con lui se dovevo rientrare nel pomeriggio. Con mio padre c'erano altri ragazzi, alcuni amici di vecchia data e il torinese. Era il 1995, era Bologna ed era il Pratello. A Febbraio aprirono il «Mutenye», il torinese era Sante Notarnicola.


₁ Sante Notarnicola (1938 - 2021), poeta ribelle rivoluzionario, in carcere dove ha passato più di 21 anni, l'oste del Pratello che fece parte della banda Cavallero. Il Mutenye, è un luogo dello spirito, ed è aperto da più di 20 anni - ovviamente - in via del Pratello 44/a.


  NELLA NOTTE CI  GIUDICANO LE STELLE

 
 


 
Nella notte ci guidano le stelle,
ho trovato un tavolo, ti aspetto per cena?








CHIEDO ALLA LUNA TONDA
 
L'odore del glicine anticipato
ha rigugitato tutti i giugni
passati.
Penso all'indietro
e sogno una Primavera di Praga
per arginare le maschere armate,
per consolare un popolo
ordinato, silenzioso,
fantasma nelle strade cittadine
spaventato dal gesto più comune:
ti ho incontrato e ho praticato
la giusta distanza,
sarà la regola più reiterata
di un incontro fortunato?
Avrà un verso l'esplorazione
dei prati, delle case, dei quartieri?
Esisteranno ancora
le mandrie in Pratello sogno?
Domando al cielo e stasera,
alla luna tonda, tanto tonda
che sembra la vita
che ci sfronda,
via da quel tempo rigurgitato,
dal glicine profumato. 
 
Pratello sogno
della musica
c'erano i veli
che virgolavano
sulla luna.
Notte profonda
con musica dolce
per andare
a un incontro
rubato al supermercato.
Braccialetti di finto oro
brillano,
stelle nascoste
nella luce del mio quartiere.

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poesia di Autore ignoto,
posta sulla vetrina di un negozio di via del Pratello a Bologna.
(Marzo 2021)





7 Marzo 2021
rivisto il 21 Gennaio 2023



Rames Gaiba

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