venerdì 2 agosto 2019

ERICE borgo silenzioso...


Erice, posta sulla sommità del Monte San Giuliano, ha conservato intatto il suo aspetto di borgo forticato, chiuso dalle mura di remota origine, appartato e silenzioso; è particolarmente suggestiva nelle giornate invernali o, comunque, nelle prime ore del mattino, quando avvolta da un fitto strato di nebbia o foschia nelle giornate estive, piomba in una dimensione onirica.
 
L'impianto urbano, nella forma di triangolo equilatero in cui si sono lette implicazioni sacre, ha mantenuto il suggestivo tessuto medioevale: vie strette e tortuose, lastricate a fasce e riquadri, corrono tra case di pietra scurita dal tempo, che svelano a tratti tranquille corti fiorite.

Impareggiabile la sintesi che unisce la bellezza del sito e il rigore architettonico della chiesa Matrice, affiancata dal poderoso campanile.
 
«È un borgo silenzioso, oggi più arabo che classico, con monumenti medioevali, palazzetti settecenteschi, viuzze tortuose, cortiletti fioriti [...] Il suo silenzio è andato aumentando con gli anni, perché tendeva a spopolarsi; lo potrà ravvivare, fermando la gente sul luogo, una rinascita turistica. Erice è unica nell'isola. In vetta a una roccia scoscesa, sull'angolo della Sicilia, è battuta da un vento di montagna, che porta nebbia o tersità. L'immenso panorama sulle due coste, quella occidentale che scende a sud tra i barbagli del sale, quella settentrionale in direzione di Palermo sotto le rupi, sulle isole Egadi in faccia, ha, quando è sgombro dalla bruma, la nitidezza fredda d'un paesaggio alpino. Di tutti i panorami siciliani è il più vasto: una visione antologica del mondo classico, con le colorazioni del mare che, viste dall'alto, spiccano in forti chiazze, con i piccoli scogli che sono un punto segnalato da un anello di spuma, con il tratto di costa di cui Virgilio immaginò la competizione sportiva tra le navi di Enea.». Così, la descrive Guido Piovene, nel suo Viaggio in Italia, inventario delle cose italiane, del 1957. 



foto: © Rames Gaiba, agosto 2006
Alcune di queste foto sono state scattate alle 6:00 del mattino per non avere gente nell'inquadratura del soggetto: queste foto sono riconoscibili perché velate dalla nebbia del mare, la lupa di mare o caligo, come è detta nel linguaggio dei pescatori, un fenomeno affascinante e suggestivo. Ad Erice, si dice che la nebbia altro non sia che l'abbraccio della dea dell'amore che torna nella sua montagna. Altre foto sono state scattate alla sera.



Erice - Campanile a fianco Chiesa Madre (o Matrice)



Erice - Chiesa Madre (o Matrice)



Erice - Chiesa Madre (o Matrice)
particolare del rosone



Erice (Trapani)
strade lastricate a fasce e riquadri

 


Erice (Trapani)
strade lastricate a fasce e riquadri

 


Erice (Trapani)



Erice (Trapani)


Questa è una delle sedi del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana di cui è presidente il fisico Antonino Zichichi.



Erice - Chiesa e ex convento di San Domenico 
 

Il panorama godibile dal castello o nei punti aperti spazia alla città di Trapani e alle isole Egadi e tutt'intorno fino alla tonnara di Bonagia e al monte Cofano.  
 


Erice - panorama da uno dei belvedere che salgono al borgo
 


Erice - panorama da uno dei belvedere che salgono al borgo



a cura di Rames Gaiba
© Riproduzione riservata

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