La maschera: origini, storia e caratteristiche
La maschera, simbolo intramontabile nella tradizione culturale, ha sempre avuto un ruolo centrale nei riti e nelle celebrazioni, rappresentando l'abbattimento delle convenzioni sociali e l'espressione della libertà. Nel contesto del Carnevale, ad esempio, la maschera diventa lo strumento per la sospensione temporanea delle regole e della morale, dove i ruoli sociali si invertono in una celebrazione collettiva e trasgressiva. Sin dal Medioevo, il Carnevale è stato descritto come "il tempo delle scorpacciate comunitarie e delle danze infinite," in cui la maschera permetteva agli individui di nascondere la propria identità, liberandosi dalle norme quotidiane.
Le maschere non appartengono solo alla tradizione occidentale. In molte culture infatti la maschera ha avuto diverse funzioni, dalle rappresentazioni degli antenati ai riti dedicati ai defunti. Tutte condividono un denominatore comune: la maschera come strumento di trasformazione e inversione dei ruoli, un simbolo di non-identità che nega il volto e lascia spazio all'espressione pura e incondizionata.
🟨 Henri Julien Félix Rousseau (1844-1910)
🟦 Filadelfia, Stati Uniti - Philadelphia Museum of Art
La notevole arte del pittore belga James Ensor (1860-1949), artista misantropo che con ogni probabilità fu l'unico tra i pochi ad interpretare sulle proprie tele le contraddizioni e le anomalie della cultura del suo tempo. Giocando sapientemente tra espressionismo e simbolismo, Ensor esprimeva nei suoi quadri le inquietudini dell'uomo di fronte al cambiamento del mondo, all'alienazione, al senso cupo del disagio e della solitudine in un mondo che già allora stava iniziando a prendere la via della massificazione e dell'anomia. Sono opere particolarmente vionete, fatte di colori forti, aspri, applicati sul piano di lavoro con violenza, dove i soggetti non hanno volto ma sono coperti da maschere , oppure sono spettri o demoni, anticipando grottescamente lo stesso surrealismo. L'umanità di Ensor è un clown ripugnante, falso, capace solo di nascondersi dietro l'apparenza delle cose, ma assolutamente fragile e incapace di apprezzare i colori sinceri della vita.
🟨 James Ensor (pittore belga, 1860-1949)
🟪 olio su tela, 118 x 82 cm
🟦 Komaki, Aiki, Giappone - Ménard Art Museum
L'opera mostra tante maschere, anche un po' spaventose, per rappresentare gli aspetti negativi della società: l'indifferenza, il dolore, la paura, la solitudine.
Tra questi volti, al centro dell'opera, si vede una faccia umana molto interessante: è il pittore stesso che si fa il ritratto e che non ha paura di mostrarsi fiero e impegnato a dire sempre, attraverso la sua arte, la verità.
Per Ensor le maschere sono quasi dei volti e delle persone; lui si dipinge al centro di un'umanità strana, anche spaventosa, mascherata, che non ha coraggio di mostrare il suo vero volto. Rappresenta uno spettacolo di colori, di facce, di strane espressioni. I volti attorno al pittore sono tanti: ci sono donne con bocche esageratamente larghe, mostri, teschi, volti enormi e quasi animaleschi. I colori sono vivi e sgargianti, proprio come piace a Ensor: sembra quasi che rappresentino una festa dagli strani invitati. L'unico volto serio è quello del pittore stesso, che si guarda attorno e sembra alla ricerca di ciò che è autentico. Ensor sembra quasi soffocare tra le maschere dai volti imbiancati di cipria e le labbra dipinte di rosso, che incarnano le ossessioni del pittore: la paura di essere inghiottito dalla massa, l'abisso dell'animo umano, l'orrore dissimulato sotto apparenze seducenti.
🟨 James Ensor (Belgio, 1860-1949)
🟪 olio su tela, 90 x 150 cm
🟦 Anversa, Belgio - Koninklijk Museum voor Schone Kunsten
🟨 Pablo Picasso (Malaga, Spagna, 1881 - Mougins, Francia, 1973)
🟪 olio su tela, 73 x 60 cm
🟦 Mosca, Russia - Museo Puskin
Arlecchino e la sua compagna non comunicano né potrebbero farlo, data la composizione scenica scelta da Picasso.
Ognuno dei due personaggi è assorto nei propri pensieri. Gli stessi bicchieri, realizzati quasi come una natura morta indipendente dal resto della composizione, non entrano in relazione con i due saltimbanchi.
Il senso di solitudine che Picasso vuole esprimere attraverso questa sua opera giovanile, è ulteriormente accentuato dalla scelta del colore blu (Periodo Blu - 1901-1904), che oltre a definire lo sfondo, tinge l'abito di Arlecchino e le ombre sui visi.
🟨 Emil Nolde (1867-1957)
🟪 olio su tela, 73.03 x 77.47 cm
🟦 Kansas City, Stati Uniti - The Nelson-Atkins Museum of Art
🟨 Messe Federico Armando Beltrán (1885-1949)
🟪 olio su tela
🟨 Salomon Garf (Paesi Bassi, 1879 - 1943)
🟪 pastello su carta, 65 x 85 cm
🟨 Gino Severini (Cortona, Arezzo, 1883 - Parigi, Francia, 1966)
🟪 olio su tela, 90 x 73 cm
Nel catalogo ragionato dell'artista (quest'opera è
pubblicata a pagina 422, con il numero 539) Daniela Fonti scrive: “Questo Pulcinella con il flauto, dalla assorta malinconia, dove si rilegge in chiave novecentesca il coltivato tema delle maschere italiane, presenta notevoli risonanze stilistiche con alcune opere di Antonio Donghi, dipinte attorno al 1926/1928 e aventi come protagonisti i personaggi del circo”.
🟨 Walter Wellenstein (Germania, 1898–1970)
🟪 olio su masonite, 75 x 40 cm
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