Grande rappresentante dell'espressionismo austriaco (assieme a Kokoschka) ed uno dei più brillanti disegnatori di tutti i tempi, Egon Shiele spinse fino a livelli drammatici l'erotismo moderato di Klimt, tanto che con Schiele, per la prima volta, entrò nella pittura la crudezza del sesso, fatta di nudi estremamente magri e sfiniti.
I suoi magnifici disegni con tenere bambine nude, donne libere e sensuali con calze solo a coprire un pezzo di gamba, con nudi intrecciati in contorsioni acrobatiche, volti emaciati e sofferti, un'umanità disperata e macraba, lo hanno reso un pittore scandaloso, trasgressivo, di cui nella sua vita (vedi condanna del 1912) ha dovuto pagare le conseguenze.
Schiele è stato mistificato più di qualsiasi altro artista dell'inizio del Ventesimo secolo. Nell'Austria perbenista del tempo non si accettava l'arte che pareva voltare le spalle alla cultura classica. Biografi e storici hanno parlato spesso della sua arte come della sua vita definendola "tragica e nevrotica", considerandolo uno psicopatico ossessionato dal sesso o un rivoluzionario stravagante. È un dato evidente, ma è una verità parziale. Lo faceva con matita e pennello, alla ricerca delle pulsioni più profonde fisiche e spirituali, nascoste dentro quei corpi dalla dirrompente sessualità. Egli affronta questi argomenti per quello che sono, senza eleganti riferimenti o allusioni di sorta. Schiele faceva parte di quella Vienna della cultura fervida e vivace, che vedeva all'opera grandi architetti come Otto Wagner e Adolf Loos, pittori come Klimt e Kokoschka, filosofi come Freud, che per la prima volta indagava nella psiche umana. Ed anche lui, Schiele, cercava di scrutare l'animo degli uomini.
Si prova gioia quando abbiamo davanti una sua opera. Il suo messaggio è incontestabilmente spontaneo e sincero, fuori dalla spazio e del tempo. Questo artista ci trasmette un'eccitante emozioni di colori, di segni che sono stati il suo messaggio al mondo.
Le figure, oltre a non essere ben proporzionate, sono poi spesso mutilate: ad alcune donne vengono “tagliati” i piedi, ad altre le mani, ad alcune addirittura la testa. I dipinti di Schiele incorniciano la protagonista nei modi più disparati, focalizzando l'attenzione in punti ben precisi e con colori accesi posti in punti strategici, come le calze (le odierne overknee), forse l'indumento preferito dall'artista.
Qui presento una serie di suoi disegni dove, fra l'altro, sono protagoniste le calze femminili.
Nudo femminile seduto con giarrettiera blu, visto di spalle (1910)
gouache, acquarello e carboncino, cm 45 x 31.5
[Seiltänzerin], 1912
gouache, acquarello e matita, cm 48 x 32
gouache, acquarello e matita, cm 48.2 x 31.8
gouache, acquarello e matita, cm 48.3 x 29.2
gouache, acquarello e matita, cm 31.8 x 48
acquarello e matita, cm 31.7 x 48.2
Basilea, Svizzera - Öffentliche Kunstsammlung Basel, Kupferstichkabinett
[Sitzende Frau mit violetten Strümpfen], 1917
[Sitzende Frau mit hochgezogenem Knie], 1917
1890 - Egon [Leon Adolf] Schiele nasce il 12 giugno a Tulln an der Donau (piccolo centro sul Danubio a circa trenta chilometri da Vienna - Austria) nel 1890. Terzogenito del capostazione (ferrovie dell'impero austro-ungarico) Adolf Eugen Schiele e della moglie Marie Soukoup. La famiglia Schiele proviene dalla Germania settentrionale. La linea materna è invece originaria di Cesky Krumlov (Krumau), nella Boemia del Sud.
1908 - Partecipa per la prima volta ad una mostra pubblica nell'aula magna del collegio di Klosterneuburg.
A Neulengbach (Austria) viene arrestato con l'accusa di aver sedotto una ragazzina neppure quattordicenne. Sarà recluso nel carcere di St. Pölten per ventun giorni (tra aprile e maggio) in attesa del processo. L'accusa si dimostra infondata (si trattava di una bambina viennese fuggita di casa di sua spontanea volontà), ma Schele viene comunque condannato a tre giorni di reclusione per diffusione di «disegni immorali», per aver consentito ad alcuni bambini di vedere certi nudi nel suo studio. La tensione e la paura che egli provò quei giorni in cella sono testimoniati da tredici acquarelli corredati di frasi significative, in cui Schiele, descrive lo squallido ambiente del carcere, un diario disperato contro l'ingiustizia subita. Ma i suoi disegni, no, quelli non erano stati assolti. Anzi, il giudice aveva bruciato di fronte a tutti uno dei suoi schizzi, vere cause dello scandalo. Il pittore ricorda il fatto nel diario scritto in carcere:
«Durante l'udienza, uno dei miei disegni confiscati, quello che avevo appeso nella mia stanza da letto, venne bruciato solennemente, dal giudice paludato nella sua toga, sulla fiamma d'una candela! Autodafé! Savonarola! Inquisizione! Medioevo! Castrazione, ipocrisia! Su, andate nei musei allora, e tagliate a pezzetti tutti i più grandi capolavori dell'arte. Chi ripudia il sesso è un individio sporco che diffama nella maniera più volgare i propri genitori che lo hanno generato».La dichiarata convivenza con la modella Wally Neuzil e i suoi dipinti di ragazze minorenni lo mantennero sempre ai margini della società tradizionale austriaca.
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₂ Con il termine secessione si fa riferimento a una serie di movimenti di opposizione all'arte ufficiale che si sviluppano tra la fine del sec. XIX e l'inizio del XX, in ambito mitteleuropeo. Contemporaneo all'Art Nouveau, al Modern Style, al Liberty e allo Jugendstil che fioriscono negli altri paesi europei, il movimento delle secessioni non può essere identificato tout court con queste correnti. Le secessioni che vengono fondate in Austria e in Germania, in contrapposizione a società preesistenti di artisti, sono portatrici di un nuovo orientamento culturale strrettamente collegato alle condizioni storiche, politiche ed economiche del tempo e non si possono ridurre soltanto alla scelta di un nuovo repertorio stilistico. Il progresso tecnologico cresciuto sull'onda della rivoluzione industriale, il ruolo decisivo acquisito dall'iniziativa borghese in campo economico, determinano un periodo di profonde trasformazioni. Parallelamente nel campo dell'arte c'è un proliferare di idee e movimenti che cercano di interpretare questo periodo di cambiamento. (Chiara Maraghini Garrone - Storia dell'arte - ed. Einaudi).
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